Il Blog di Stefano Re

Joker

Joker (2019)

di Todd Phillips

con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Brett Cullen

Isolamento e alienazione, diseguaglianze e rabbia, protesta sociale e ossessione individuale, giustizia e follia. Una fotografia visionaria, l’ambigua narrazione inaffidabile di una mente portata all’estremo, che naviga letteralmente in una ridda pacata ma costante di citazioni e riferimenti incrociati e trasversali, dal tandem di Scorsese Taxi driver – The King of Comedy (“Re per una notte”) a film, serie TV e fumetti su Batman. Aggiungiamo la recitazione strepitosa di Phoenix, e questo film è già un piccolo capolavoro.

Ora però, prestate orecchio. Da quando è uscito, questo film ha scatenato critici e pubblico in una discussione furiosa per definire che cosa, degli eventi che narra, sia reale e che cosa sia frutto dell’immaginazione. Eventi rappresentati in un film. Eventi ambientati in uno scenario, la città di Gotham, e che riguardano personaggi, il miliardario Thomas Wayne, sua moglie, suo figlio Bruce e il suo maggiordomo Alfred, lo stesso protagonista, Joker, tratti da un fumetto. Un fumetto che nemmeno ha pretese di una qualche verosimigliante rappresentazione storica, no: un fumetto di supereroi, che parla di un miliardario ossessionato dall’hobby notturno di picchiare a sangue criminali travestito da pipistrello. E qui, non a Gotham City, ma qui, nel nostro mondo reale, critica e pubblico discutono su che cosa di ciò che questo film racconta sia reale e cosa frutto dell’immaginazione. Capiamoci: nemmeno la bibbia ci è riuscita così bene. Se prestate orecchio, sotto e dietro e sopra la discussione, echeggia la risata folle, libera e irrefrenabile di Joker.

Interattivo.

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