Loin des hommes (2014)
Categoria: Recensione
15 Giugno 2020
Non basta dire che il film cambia il finale del racconto di Camus ed è proprio errato dire che ne mitiga il pessimismo. Oelhoffen rielabora proprio la vicenda. In primo luogo sul piano narrativo, introducendo un passato significativo per entrambi i protagonisti e articolando attorno a loro la didascalia del contesto socio-politico, ma anche e soprattutto sul piano metanarrativo o concettuale, cambiando sottilmente il messaggio del filosofo francese. Quel che in Camus era: “il sistema della violenza umana prosegue del tutto indifferente alle scelte dei singoli”, qui diventa in modo assai più specifico: “nessuna buona azione resterà impunita” – alla faccia del mitigare il pessimismo. E comunque, Viggo è strepitoso.
Volonteroso
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Dalla demonizzazione dell’ego al bene di nessuno della società formicaio: recuperare potere e responsabilità sulle proprie esistenze è la grande occasione evolutiva che viviamo.
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Uomo, italiano, 51 anni, sano: mi vietano di salire sull’autobus, mi vietano di lavorare. Qual è il mio unico crimine? Aver esercitato e non voler rinunciare a un mio diritto costituzionale.