il Vostro mondo
Categoria: Articolo
21 Febbraio 2020
Non state mai giudicando davvero gli altri, state sempre giudicando voi stessi. Quel che vediamo fuori di noi lo stiamo comunque vedendo noi, attraverso non solo i nostri occhi ma soprattutto la nostra mente, i nostri filtri percettivi, le nostre priorità, i significati che scegliamo di attribuirvi. Quindi, ciò che vediamo fuori di noi non ha granché a che fare con qualcosa di esterno a noi stessi, quanto con ciò che siamo, ciò che vogliamo essere, ciò che finiamo col diventare.
Chi vede minacce, descrive se stesso come previdente – o magari paranoico. Chi vede opportunità, descrive se stesso come furbo – o magari approfittatore. Chi vede pericoli, descrive se stesso come prudente, oppure fifone. Vale per qualsiasi mondo voi stiate osservando, e – davvero – piantatela con la lagna del “ma è il mondo lì fuori che è davvero così”. Il mondo è solo quel che vedete voi, due persone guardano lo stesso identico disegno, uno ci vede un grosso gelato e l’altro un fungo atomico.
Ecco dunque che, oltre a giudicare (decidere) il vostro universo, potreste voler fare un salto di qualità e provare ad giudicare voi stessi attraverso proprio ciò che vedete attorno a voi.
Perché, sapete, è solo quando cominciate a osservare le regole percettive cui state ubbidendo che potete cominciare a farle vostre, esserne padroni e, se ritenete, persino cambiarle. Cambiare voi stessi, cambiare il mondo in cui vivete. Invece, finché ubbidite a regole che non conoscete siete solo degli schiavi, senza nemmeno saperlo. Che è precisamente come vive la sua intera esistenza quasi ogni essere umano: vede un mondo che non sa di disegnare tale, non conoscendo le regole e i meccanismi tramite cui lo disegna. Interagisce con esso secondo regole che conosce ancora meno, convinto di stare decidendo di volta in volta qualcosa mentre sta solo ubbidendo. Lotta, vive e infine muore nella più totale ignoranza, senza aver nemmeno mai capito di non aver proprio vissuto un solo minuto.
Libri di Stefano Re:
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Assenza di uno scenario di vittoria, dipendenza dal sistema, lotta per se stessa, nessuna evoluzione e davvero troppa arroganza. Ecco cosa non mi convince dell’organizzazione V_V, nel metodo e nel merito.
Le selezioni di contenuti, le restrizioni di espressione, le censure e i condizionamenti che un social come Facebook impone all’opinione pubblica mondiale sono ormai una minaccia inaccettabile.
Tra tutte le mostruosità espresse ed implicite nella sentenza della Corte inCostituzionale appena pubblicata, la più folle è probabilmente questa: si ufficializza il “consenso obbligato”.