gregge immuni

Il Gregge degli immuni

Categoria:  Articolo

25 Maggio 2024

Articolo pubblicato su Facebook in data 21 luglio 2017

Esistono due modi di approcciare un tema scientifico: ripetendo ciò che afferma qualche “autorità divulgativa” oppure andando a spulciare documenti fino a trovare delle fonti originarie e basarsi su di esse. Ovviamente, il primo metodo è molto più comodo, si basa sulla fiducia e dovrebbe bastare in un mondo ideale, un mondo in cui le autorità competenti siano *davvero* competenti e non ti mentano spudoratamente per un qualche loro interesse. Nel mondo in cui viviamo, purtroppo, fidarsi non è una opzione valida.

Teoria o formula magica?

Nell’ambito delle discussioni sulle politiche vaccinali uno dei tanti argomenti che si sentono citare spesso è quello della cosiddetta “immunità di gregge” (in inglese, herd immunity). Viene citata come una specie di formula magica per giustificare la necessità di raggiungere una certa “soglia di sicurezza vaccinale” che garantirebbe appunto immunità ai soggetti non vaccinati o non vaccinabili all’interno di una data popolazione.

Il più delle volte chi la cita ha al massimo una vaga idea di cosa stia parlando, ma persino chi almeno ne conosce il contenuto teorico non è mai in grado di presentare alcuno studio che ne abbia verificato la validità. Quando lo richiedi, ti vengono passati documenti, articoli e persino tutorial video che spiegano nei dettagli come calcolare questa fantomatica “soglia di immunità”, ma nessuno che la dimostri. Il motivo è semplice: non esistono studi scientifici che ne abbiano verificato la validità. Sanno solo calcolarla, anzi, calcolarle, visto che ci sono almeno tre diverse formulazioni matematiche con cui si cerca di calcolare questa teorica soglia di immunità.

Ma calcolare un numero non significa che quel numero abbia un qualsivoglia significato all’atto pratico: io posso offrirvi la formula perfetta per calcolare “la soglia di panza piena”, mettendo in relazione numerica il vostro peso corporeo, la quantità di calorie di un dato cibo, la media sensazione di pienezza a fine pasto su basi statistiche e la temperatura media dell’ambiente in cui mangiate, e ciascuno di voi potrebbe fare questi calcoli e avere dei fantastici numeri come risultato, ma se poi quei numeri non corrispondono mai a quanto siete sazi, la mia “teoria della pancia piena” rimane una teoria mai dimostrata. Così avviene per le soglie di immunità di gregge: ne calcolano tante, non ne funziona neppure una.

Vediamo allora una serie di motivi specifici per cui la teoria dell’immunità di gregge non funziona:

a) 95% un corno

Tramite vari calcoli si fissano soglie che dovrebbero fornirla. Diciamo che la soglia calcolata sia il 95%. I bambini in Italia sono circa il 14% della popolazione. L’86% è dunque composto da adulti e anziani. Anche vaccinando come si vorrebbe il 95% dei bambini, avremmo un totale di copertura vaccinale del 13,3% dell’intera popolazione. Non solo la legge non prevede (grazie al cielo) l’obbligo di vaccinazione o rinnovo vaccinale anche per gli adulti, ma il Servizio Sanitario non potrebbe comunque mai permetterselo economicamente. È impossibile che al Ministero non se ne rendano conto, per cui occorre concludere che questa sbandierata intenzione di raggiungere con urgenza il 95% di copertura sia dunque un puro esempio di propaganda.

b) Assenza di verifiche empiriche

Il calcolo teorico della cosiddetta “immunità di gregge” varia al variare della specifica malattia, del ceppo della malattia, delle mutazioni in corso epidemico di tale ceppo, della popolazione di riferimento, dell’età, delle condizioni igienico sanitarie, della cultura, di temperature e umidità, di altri elementi climatici, delle condizioni ambientali generali e del mutare delle stagioni. Dal 1920 ad oggi, ogni volta, in ogni luogo e contesto in cui si è cercato di verificare scientificamente questa teoria, il risultato è stato incerto quando non del tutto indecifrabile.

c) Decadenza della protezione vaccinale

Gli individui vaccinati perdono nel tempo la protezione vaccinale acquisita, in modo variabile e personale. Alcuni individui poi hanno risposte immunitarie al vaccino decisamente basse o nulle (low responders e non responders) che li rendono nuovamente vulnerabili a contagio e potenzialmente contagiosi entro pochi giorni, mesi o anni. In tali soggetti anche ulteriori vaccinazioni non solo non rimediano al problema ma possono, come già accertato per ogni altro soggetto sottoposto a vaccinazione, innescare patologie autoimmuni.

d) Spostamenti

In un mondo aperto gli individui si spostano. Migliaia di individui non immunizzati giungono o transitano per l’Italia ogni giorno. Migliaia di Italiani in viaggio entrano in contatto con ambienti e persone non immunizzate in giro per il pianeta. Questo scompensa completamente ogni tentativo di un calcolo accurato per fissare e mantenere una teorica soglia di immunizzazione collettiva.

e) Molti dei vaccini in uso non impediscono affatto il contagio.

Il vaccino contro la polio non impedisce la trasmissione del virus. La vaccinazione per il tetano non ha alcun ruolo nella teoria dell’immunità di gregge. Il vaccino della difterite non previene la trasmissione del batterio. Il vaccino per la pertosse non è in grado di prevenire la trasmissione della malattia (il CDC nel 2013 ha rilevato che le persone vaccinate hanno addirittura più probabilità essere infetti e contagiosi delle persone non vaccinate, fate voi). Il vaccino Hib copre solo il tipo b di H. influenzae (Conseguenza del vaccino: mutamento del ceppo e la popolazione generale risulta più vulnerabile alla malattia di quanto non fosse prima della campagna di vaccinazione Hib). L’epatite B si trasmette per scambi ematici o sessuali, dunque la vaccinazione di neonati non incide in alcun modo nella teorica soglia di contagio. Il vaccino per il morbillo ha evidenziato nel modo più ampio e documentato il fallimento della teoria di immunità di gregge. Quando i tassi di immunizzazione del morbillo aumentano ad alti livelli in una popolazione, il morbillo diventa una malattia di persone immunizzate. Si rilevano epidemie di morbillo in comunità con copertura vaccinale del 95%, del 97% e persino del 99%.

Scienza e propaganda

In conclusione, l’immunità di gregge è una teoria mai verificata, non un fatto. Se è ignorante parlarne e ritenerla una “verità scientifica” da parte delle persone comuni, è irresponsabile parlarne pubblicamente in tali termini da parte di esponenti politici e del mondo scientifico.

La diffusione di simili menzogne di propaganda mina alla radice la fiducia tra società civile e istituzioni; tra società civile e ambiente medico sanitario. Produce una diffidenza, uno scetticismo e a volte persino un rifiuto pregiudiziale che può cortocircuitare ogni possibile forma di comunicazione e condurre allo scontro.

Chi attua simili strategie di comunicazione pubblica dovrebbe farne debito conto.

Stefano Re – Articolo pubblicato su Facebook in data 21 luglio 2017


Prima pubblicazione – Facebook, 21 luglio 2017
https://www.facebook.com/notes/10225303846849551/


Fonti e approfondimenti

Herd Immunity: History, Theory, Practice; Paul E. M. Fine
http://op12no2.me/stuff/herdhis.pdf

Difficulties in eliminating measles and controlling rubella and mumps: a cross-sectional study of a first measles and rubella vaccination and a second measles, mumps, and rubella vaccination; Wang Z1, Yan R1, He H1, Li Q1, Chen G2, Yang S3, Chen E1; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24586717

Summary of an International Symposium on Potentiation of the Immune Response to Vaccines; Robert Edelman, M. Carolyn Hardegree and Louis Chedid – The Journal of Infectious Diseases; https://www.jstor.org/stable/30110716?seq=1#page_scan_tab_contents

Basi genetiche della risposta immune alle vaccinazioni; Fabio Cardinale1 (coordinatore), Marta Ciofi degli Atti2 (coordinatore), Giorgio Bartolozzi, Baldassarre Martire, Viviana Moschese, Caterina Rizzo, Per conto delle Commissioni “Immunologia” e “Vaccini” della SIAIP; https://old.riaponline.it/wp-content/uploads/2017/04/05_Cardinale_Immunologia-1.pdf

Intervento in senato Dr. Maurizio Romani; https://www.facebook.com/stefano.re/posts/10213867994400387

Riferimenti sui rilievi di inefficacia dei vaccini

POLIO

Il vaccino contro la polio non impedisce la trasmissione del virus.

“L’immunità indotta dall’IPV (Inactivated Polio Virus – il vaccino utilizzato in Italia) non protegge bene come l’OPV dalle infezioni asintomatiche oro-fecali nella trasmissione del poliovirus e non fornisce alcuna immunità secondaria al contatto.”

“However, immunity induced by IPV-alone does not protect as well as OPV from asymptomatic participation in fecal-oral poliovirus transmission and does not provide any secondary immunity to contact”

Fonte https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4582727/

Purtroppo, il vaccino OPV (oral polio virus) ha grossi problemi di sicurezza.

L’OPV , nel 2017, ha generato 31 casi di paralisi da polio causata da vaccino (fonte polioeradication.org alla voce Polio Today), contro gli 8 casi di malattia selvaggia. Insomma, col migliore dei vaccini per la poliomielite, produciamo più casi da vaccino che casi senza vaccino.

PERTOSSE

Il vaccino per la pertosse non è in grado di prevenire la trasmissione della malattia; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24277828

http://www.pnas.org/content/111/2/787.abstract

https://en.wikipedia.org/wiki/DPT_vaccine

https://wwwnc.cdc.gov/eid/syn/en/article/22/2/15-0325.htm

DIFTERITE

Il vaccino per la Difterite non è stato progettato per impedire la trasmissione e la colonizzazione del patogeno. E’ previsto solo per la protezione personale. Diphtheria (Epidemics) – January 1, 2005 by Phillip Margulies

PAROTITE

Non esiste evidenza della capacità di proteggere la popolazione da parte del vaccino.

Focolaio di parotite nell’università di Harvard – 41 casi tutti vaccinati

https://abcnews.go.com/Health/harvard-mumps-outbreak-jumps-41-outbreak-reported-connecticut/story?id=38733474

PAROTITE

“Mumps can spread also through vaccinated people”

https://www.cdc.gov/mumps/hcp.html

PAROTITE

Focolaio in Spokane County, Stato di Washington, Febbraio – Giugno 2017, 334 casi totali:
– 197 sono soggetti vaccinati
– 15 sono soggetti non vaccinati
– 122 non si sa

PERTOSSE

(thanks to Dylan McAngel) Waning Tdap Effectiveness in Adolescents; Nicola P. Klein, Joan Bartlett, Bruce Fireman, Roger Baxter

“CONCLUSIONI: La Tdap (vaccino a 7-11 anni per tetano, difterite & pertosse) di routine non ha prevenuto epidemie di pertosse. Tra gli adolescenti che hanno ricevuto solo vaccini DTaP (Vaccino pediatrico fino a 7 anni per tetano, difterite & pertosse) nell’infanzia, il Tdap ha fornito moderata protezione contro la pertosse durante il primo anno e poi ha subito una rapida diminuzione tale per cui la protezione contro le malattie dura 2-3 anni dopo la vaccinazione”.

“CONCLUSIONS: Routine Tdap did not prevent pertussis outbreaks. Among adolescents who have only received DTaP vaccines in childhood, Tdap provided moderate protection against pertussis during the first year and then waned rapidly so that litle protection remained 2-3 years after vaccination.”

https://publications.aap.org/pediatrics/article-abstract/137/3/e20153326/81397/Waning-Tdap-Effectiveness-in-Adolescents?redirectedFrom=fulltext

PERTOSSE

Intervista del New York Times al Dr. Tod J. Merkel, ricercatore dell’Office of Vaccines Research and Review della Food and Drug Administration statunitense. Il medico sostiene dati alla mano che il vaccino per la pertosse non ferma il contagio dell’infezione.

PAROTITE

EPIDEMIA DI PAROTITE TRA STUDENTI VACCINATI PRESSO LA SYRACUSE UNIVERSITY DI NEW YORK

L’epidemia di parotite continua a crescere presso l’University Syracuse, attualmente sono stati segnalati 37 casi confermati e 76 probabili casi. I casi di parotite si sono verificati dal mese di agosto tra gli atleti e la malattia si è diffusa ad altri studenti. Tutti gli studenti colpiti dalla parotite avevano ricevuto le due vaccinazioni obbligatorie. Secondo il CDC due dosi del vaccino per la parotite possono essere efficaci all’88 per cento; https://www.cdc.gov/mumps/outbreaks.html

Per contenere l’epidemia due settimane fa è stata offerta agli studenti una terza dose del vaccino contro la parotite. Più di 4.300 studenti hanno ricevuto una dose supplementare. I ricercatori sospettano che il vaccino possa perdere la sua efficacia nel tempo. C’è stato un aumento di casi di parotite a livello nazionale, specialmente nei campus universitari.

“I focolai di parotite sono in aumento”, ha dichiarato il Dottor Janell Routh, un pediatra presso i CDC. Più di 6.000 casi di parotiti sono stati segnalati negli Stati Uniti l’anno scorso, il numero più alto in 10 anni.

La maggior parte dei casi recenti si sono verificati in Arkansas e la maggior parte degli epidemie hanno riguardato soggetti tra i 18 ed i 22 anni di età, la maggior parte dei quali aveva avuto le necessarie due dosi di vaccino contro la parotite in età infantile. “i casi si sono verificati in una popolazione giovane e altamente vaccinata”, ha affermato il Dottor Routh.

Stefano Re
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