Lettera alle FF.OO.

Ai colleghi FF.OO.

Categoria:  Articolo

16 Settembre 2021

Speravo ci fosse più tempo prima di arrivare a questo punto, ma a quanto pare le scadenze dell’agenda si vanno restringendo ulteriormente. Penso ormai tutti voi abbiate messo a fuoco che quel che sta accadendo non ha niente a che vedere con la salute, la sanità pubblica o personale. Quel che sta avendo luogo è l’abolizione dello Stato di Diritto e la sua forzata trasformazione in un regime neofeudale, in cui quelli che erano diritti inviolabili tornano ad essere concessioni temporanee dell’autorità.

Se non ubbidisci mangi fuori

Questo riguarda tutti, noi inclusi. Non cadete nella trappola inconscia di ritenere che, avendo armi e divisa, siate parte dell’autorità: anche voi siete ridotti a schiavi, e se non ubbidite venite puniti come tutti gli altri. Lo state vedendo da soli: nemmeno in mensa vi lasciano più entrare. Questo è, per quanto terribile, lo scenario che ci troviamo ad affrontare oggi. Resta solo da capire COME affrontarlo.

Protestare non funziona

Quanto protestare possa servire a fermarlo, o anche solo limitarlo o rallentarlo, lo abbiamo visto con chiarezza nel corso degli anni passati. In Francia centinaia di migliaia di persone hanno protestato ogni settimana, ogni mese, per anni interi, nella strade e nelle piazze, sia pacificamente che con violenza. Eppure l’agenda di questo regime non ha nemmeno rallentato.

Denunciare non funziona

Quanto la magistratura, nazionale o internazionale, possa ricondurre alla ragione, lo abbiamo di nuovo visto, in particolare nel corso dell’ultimo anno. Decine di sentenze hanno disapplicato i decreti, tanto ministeriali quanto presidenziali, definendoli ripetutamente illegittimi, in violazione dei dettami e dei principi costituzionali. Ma, di nuovo, il regime non ha nemmeno rallentato la sua corsa. Il potere giudiziario esiste solo se viene riconosciuto, ed oggi non lo è, se non quando agevola e supporta il percorso antidemocratico intrapreso dalle forze che hanno occupato forzosamente le istituzioni.

Liberi o schiavi

Dunque resta ben poco margine per decidere come reagire, perché qui si tratta soltanto di decidere se vogliamo reagire o se vogliamo subire, passivamente o persino attivamente, questa trasformazione: da liberi cittadini a schiavi di un sistema che nemmeno riconosce ai suoi sudditi la facoltà di pensare ed esprimere il proprio pensiero.

Mi auguro che tra voi ci siano persone abbastanza coraggiose da guardare ciò che sta avvenendo senza distogliere gli occhi, e dotate di spina dorsale sufficiente per prendere posizione.

Ogni epoca forgia i propri figli e rivela a chi vive in essa la sua vera identità. A noi tocca questa. Il mio augurio, per me stesso, per voi e per tutti, è di riuscire ad esserne degni.

Stefano Re
Carabiniere in congedo

Stefano Re
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