La Fede e la Ragione
Categoria: Video
17 Febbraio 2020
Analisi di un dibattito sull’11 settembre.
Mi piace pensare che un giorno, in un lontano futuro, una qualche specie intelligente, umana o aliena, ritroverà documenti come questo e li studierà per quel che sono: testimonianze affascinanti di drammatici fenomeni psicosociali.
Mi piace pensare che quel giorno il contenuto avrà perso, agli occhi di chi li osserverà, qualsiasi importanza, e che l’attenzione sarà lucidamente e spietatamente concentrata sui processi, sui meccanismi, che esibiscono con totale evidenza due approcci percettivi opposti e inconciliabili: la razionalità e la fede.
E poiché sono inguaribilmente ottimista, invito i lettori persino oggi, seppur inevitabilmente intrappolati nel vortice di credenze, fobie e pregiudizi che definiamo pomposamente e in modo del tutto ridicolo “la nostra cultura”, a provarci. Li invito ad osservare questo dialogo con sguardo lucido e spietato, cercando di ignorare i contenuti e di concentrarsi sui processi, sui modelli di interazione, percezione ed espressione.
Da un lato abbiamo Massimo Mazzucco, direttore di ControTV, che ragiona sui dati e sulle opinioni, cerca di analizzare ogni elemento con logica e razionalità, prende in considerazione dubbi e questioni, si pone domande e ipotizza risposte, cercando di discuterle, di metterle alla prova. Anche quando le conclusioni portano lontano dalle versioni ufficiali e condivise, nel territorio che viene comunemente (e tristemente) definito “complottista”.
Questa si chiama Razionalità.
Dall’altro abbiamo Fausto Biloslavo, giornalista di guerra, che ripete fedelmente parole, concetti e spiegazioni “ufficiali”. Ignorando qualsiasi elemento contraddittorio, ignorando qualsiasi elemento illogico, ignorando qualsiasi dubbio o domanda, in totale spregio della logica, della fisica, della ragione. La sua posizione è ripetutamente espressa in modo chiarissimo: “io non sono esperto ma mi fido della versione ufficiale”. Tutte le illogicità della versione ufficiale vengono liquidate come “fantascientifiche” senza nemmeno venir prese in considerazione.
Questa si chiama Fede.
Biloslavo necessita di una “spiegazione” cosmologica, che motivi e dia senso a ciò che percepisce. Per questo per lui le rivendicazioni, finte o meno che siano, garantiscono la “verità” a posteriori, e annullano le incongruenze logiche, fisiche, che ammorbano l’intera versione ufficiale. La necessità di Biloslavo è religiosa, e ancora per questo la sua opposizione è ripetere: “allora spiegami tu cosa è successo davvero, perché, come”. Per lui è necessario che qualcuno, una qualche autorità, gli RIVELI la verità, una verità in cui poter credere per sentirsi al sicuro.
Mazzucco invece non ha bisogno di una verità assoluta, si accontenta di analizzare quel che si riesce a capire e a notare, lucidamente, le incongruenze che presenta. La sua necessità è capire, controllare di persona, decidere del senso del proprio mondo percettivo. Ma questo non offre consolazioni religiose, non offre rassicurazioni sull’ordine delle cose, e per questo motivo viene rifiutato a priori. Resta ovvio che i contenuti, in questo caso la tragedia dell’11 settembre, non contano niente: sono i processi a definire il dialogo.
Mazzucco analizza dettagli tecnici, elementi dei filmati, testimonianze dirette, documenti specifici, e li compara con leggi fisiche e logica elementare, dimostrando che semplicemente la versione ufficiale sui fatti dell’11 settembre non regge. Biloslavo risponde che “lui ci crede”, perché… perché sì, e basta. Secondo il pensiero mainstream, la posizione di fede cieca e illogica è segno di serietà e affidabilità, premiata con carriera e visibilità pubblica, mentre la posizione di logica e razionalità viene spregiativamente considerata folle e sanzionata come con l’isolamento e l’oscuramento pubblico.
La mia ipotesi è che la causa sia la morte “ufficiale” del pensiero magico religioso. La forma di pensiero che ha accompagnato la nostra specie fin dai primi passi fuori dalle caverne. Quel pensiero magico che ci ha difesi dai terrori notturni delle belve che ci divoravano nel buio, dal terrore della malattia e dal mistero della morte. Quel pensiero magico che abbiamo espresso con dipinti e totem e idoli e preghiere e rituali per centinaia di migliaia di anni. Questa forma di pensiero è stata uccisa dall’arrivo del pensiero razionale, l’onda lunga dell’illuminismo, l’avvento del pensiero scientifico. Il pensiero scientifico ha spazzato via in un tempo brevissimo tutto il potere magico che la nostra specie attribuiva a tradizioni, rituali e divinità, relegandoli al rango di superstizioni e favolette immaginarie.
In teoria, ciò avrebbe potuto fornire l’occasione di ragionare di più, di pensare con maggiore libertà e di analizzare eventi e fenomeni secondo logica. Purtroppo però non ha spazzato via le necessità cui il pensiero magico religioso ha da sempre fornito risposta, le motivazioni per cui lo abbiamo creato. Ed ecco come siamo giunti al livello di schizofrenia osservabile anche nel filmato che sto commentando. Ecco perché siamo giunti, come specie, a creare una “fede nell’autorità umana” che sostituisce direttamente la fede nell’autorità divina.
È avvenuto perché ne abbiamo bisogno. Perché ci rassicuri su cosa è giusto e cosa sbagliato, cosa vero e cosa falso. Perché ci guidi attraverso la nostra vita allontanando dubbi e paure, indicandoci dove stia “il male” e combattendolo per noi. Fornendoci le cure dalla malattia e la difesa dall’ignoto, permettendoci insomma di continuare a vivere come bambini, protetti dai nostri terrori da un Grande Altro.
L’era della scienza si è così trasformata nell’era de LaScienzah, un’epoca spaventosa di fanatismo religioso maldestramente nascosto sotto una patina di finta razionalità, che crolla miseramente ad una, anche soltanto superficiale, analisi.
Questa è la follia dentro cui viviamo immersi in massa, a milioni per volta, in un costante e spaventoso stallo di dissonanza cognitiva. E questo è il meraviglioso portato di simili documenti: ci permettono di osservare le dinamiche dentro cui viviamo in modo esemplare, ci aiutano a capire chi siamo, come funzioniamo. Un’occasione da non perdere.
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