La paura dei censori
Categoria: Articolo
27 Maggio 2021
Gentile struttura di Facebook, e per estensione coloro di cui state al guinzaglio.
Questo inverno mi avete sospeso per una settimana per “istigazione al suicidio” per aver scritto in un post che: “se il governo ti dice di buttarti da un ponte tu ti butti da un ponte”. Poi mi avete sospeso per un mese, con la stessa comica motivazione, per avervi pubblicamente fatto notare che non siete in grado di comprendere il concetto di “satira”.
Ieri mi avete sospeso per 24 ore ed avete rimosso dalla mia bacheca un post in cui esprimevo semplicemente alcune mie opinioni. Stavolta nemmeno vi siete disturbati a indicarmi quale fantasiosa “regola della community” avrei mai infranto. Forse è una regola nuova nuova, che suona più o meno così: “se una tua riflessione non ci piace, e ottiene migliaia di condivisioni e apprezzamenti, la rimuoviamo”.
Ora, seriamente, quando già televisioni e giornali non danno alcuno spazio ad alcun pensiero dissenziente, il fatto che persino sui social network, persino nelle bacheche delle persone comuni, arriviate a cancellare semplici espressioni di opinione, non è davvero un bel segno. E non solo per noi tutti e per lo stato delle cose: non è un bel segno proprio per voi. Insomma, se non vi basta oscurare la visibilità fino al 90% di profili come il mio, di contenuti come quelli che posto; se vi trovate costretti a inventare ed applicare regole ridicole e contradditorie, facendo ogni volta la figura dei mentecatti; se neppure così riuscite a fermare la circolazione del pensiero delle persone, guardate che state proprio messi maluccio.
Credete forse che le migliaia di individui che hanno sostenuto il mio post in poche ore siano svaniti nel nulla quando lo avete rimosso? Credete forse che quel che vi era scritto sia scomparso dalle nostre menti, dai nostri cuori? Siete voi quelli bravi con le statistiche, mi pare. Devo dirvelo io che se un profilo oscurato costantemente come il mio, proprio qui nel vostro network in cui vi suonate e cantate le regole che preferite, raggiunge e ottiene sostegno da migliaia di persone in poche ore significa che là fuori ci sono non decine o centinaia di migliaia ma proprio milioni di persone che condividono queste opinioni che tanto volete nascondere?
Sapete quale sapore, quale odore ha questo vostro sforzo ossessivo di censurare, oscurare, nascondere? Sa tanto di disperazione. Voi, coi vostri FactChecker senza volto, coi vostri ban e gli algoritmi impazziti che fan di tutto per zittire persino il pensiero individuale, persino sulle bacheche dei profili personali: puzzate di disperazione. Puzzate di paura. E con voi quelli che sfornano leggi illegittime, obblighi anticostituzionali, immaginari passaporti che solo dei coglioni potrebbero richiedere o rispettare, restrizioni illogiche e grottesche, puntellando tutto ciò con minacce e sanzioni che ormai nemmeno vengono più comminate perché dichiaratamente nulle. Voi e loro e chi vi tira i fili: puzzate di disperazione. Puzzate di paura.
Avete presente un lupo quando sente l’odore della paura in chi ha davanti a sé? Avete presente come vibrano le sue narici e come si allarga il suo sorriso in una chiostra di denti acuminati? Pensavate di trovarvi un gregge di pecore da disciplinare, e vi trovate circondati da milioni di lupi che ora sentono chiaramente la puzza della vostra paura. Questa è la situazione.
Non vi invidio davvero: fate bene ad aver paura.
Quando Facebook confonde la satira con l’istigazione al suicidio:
Quando nemmeno Facebook sa dirti quale regola tu abbia infranto, tranne quella di esprimere una opinione che a lui non piace.
Libri di Stefano Re:
» Identità Zero | Libro | 06/05/15
» Mindfucking | Libro | 06/05/15
» FemDom – preludio all’estinzione del maschio | Libro | 06/05/15
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