al Tavolo del Potere
Categoria: Articolo
30 Gennaio 2020
articolo originale pubblicato in data 20 ottobre 2014
Dai, facciamo un gioco.
Diciamo che siete, insieme a qualcun altro, le persone più ricche e potenti del pianeta terra. Diciamo che state seduti tutti insieme in una stanza, a parlare tra voi. Diciamo che, nella vostra posizione, avete a disposizione informazioni che quasi nessun altro possiede. Ad esempio, avete a disposizione informazioni complessive e dettagliate su tutta la situazione economica, politica, culturale e sociale del pianeta, sulle sue dinamiche, sulle sue debolezze e forze. Ora, siccome siete persone previdenti, avete chiesto ad esperti ben pagati di studiare questi dati e a questa bella riunione ve li presentano, e questo è quello che vi dicono:
A fronte di tali notizie, diciamo che a quel tavolo vi tocca decidere, insieme ai vostri pari, che cosa sia il caso di fare. Pensate che stareste lì a aspettare che il mondo che di fatto al momento dominate, con regole che controllate in modo diretto o indiretto, vi si sgretoli sotto il sedere? Pensate che scegliereste di lasciare che i vostri figli, o nipoti, affrontino un mondo in disgregazione totale in cui nulla è certo tranne che ci sarà caos globalmente?
Vi dico che cosa farei io, se fossi seduto lì. Io direi: signori, pensiamo a un piano.
Pensiamo per prima cosa a come creare delle strategie di contenimento del caos. Il caos si gestisce con il controllo. Che tipi di controllo possono essere utili per prevenire lo scenario di caos globale? Utili e, ovviamente, realizzabili?
Anzitutto, alleviamo una classe politica molto addomesticata. La finanziamo noi, e otteniamo quelle posizioni di influenza chiave che ci permettano di pilotare le scelte quando necessario, dove necessario. Chi vota non deve per forza vedere noi: vede qualcun altro, sorridente. Noi stiamo dietro, di fianco, di lato. E decidiamo solo dove lo riteniamo opportuno, discretamente. Movimenti o esponenti politici che non stanno alle nostre regole, o che ci creano problemi, o che anche facendo quel che vogliamo diventino inutili o fastidiosi, li cacciamo via. Basta uno Spread, un tracollo economico, oppure una missione di pace, se son paesi poco democratici.
Allora, il mondo odierno vive sull’energia. Niente energia, niente TV, niente telefoni, niente di niente. Quindi, se controlliamo i canali di approvvigionamento energetico, e le modalità di questi canali, abbiamo un buon margine di controllo sulle popolazioni. Il petrolio dove sta di preciso? Quanta influenza possiamo avere su paesi che ne hanno ancora molto? Ce ne è mica qualcuno che non sta alle nostre regole, o tira troppo la corda? Magari una missione di pace. Ah sì, il gas della Russia. Come arriva in Europa, la piazza più grande dell’energia dopo gli USA? Attraverso l’Ucraina? E con chi fa comunella l’Ucraina? Non sarebbe più comodo se fosse vincolata a trattati europei, visto che l’EU la controlliamo molto meglio di quei pazzi russi? Che minoranze abbiamo in Ucraina che potrebbero aspirare a prendere il potere? Interessante.
Beh, questo lo capisce anche un idiota: chi non mangia, muore. Quindi, se potessimo controllare la produzione, la distribuzione del cibo o magari entrambe le cose, saremmo a cavallo. Come si potrebbe fare a controllare queste cose? Aspetta un po’, con le ricerche OGM non avevamo creato dei semi che non si riproducono? Cosicché per poter seminare i coltivatori devono per forza venire a patti con noi, per ricomperare questi semi? Certo, potrebbero usare quelli naturali, che si riproducono, ma se li rendessimo illegali? Ma certo che possiamo rendere illegali dei semi, abbiamo già reso illegale una pianta, per evitare che si passasse dal petrolio alla canapa. Basta fare dei regolamenti che rendano legali solo i semi e le piante che mettiamo in lista, pagare degli esperti perché compilino questi elenchi e assicurarci che i politici votino questi regolamenti, ed è fatta.
Sarebbe una buona idea fornire equipaggiamento militare alle forze di polizia ovunque. Negli USA, ad esempio, a partire dai campus, dove storicamente, si sviluppa il dissenso. E poi evitiamo magari che il carabiniere di Canicattì ci sfugga di mano in un momento di crisi: mettiamo che faccia comunella con dei rivoltosi? Oppure, anche peggio, metti che in qualche paese vada al governo, sulla spinta delle crisi, un movimento politico che rifiuta le nostre misure di controllo e la nostra influenza? Certo, se succede in paesi del cazzo basta la missione di pace, o la rivolta della minoranza che possiamo finanziare, ma potrebbe accadere anche in paesi ammanicati, paesi teoricamente “amici” e che contano. Ed ecco perché diventa intelligente investire miliardi per creare una forza di polizia europea centrale, l’EuroGendFor, addestrata nella gestione delle folle, che abbia anche legalmente il diritto di intervenire in ogni paese, sostituirsi alla polizia locale dove necessario, controllare la situazione quando occorre, ecco.
Ma, direi anche, notare sempre più polizia militarizzata in giro potrebbe anche aggravare le spinte di rivolta invece che controllarle. E allora dobbiamo trovare dei *buoni motivi* che la rendano accettabile alle masse. Che cosa potremmo inventarci, che possa funzionare?
Magari una minaccia terribile, il terrorismo internazionale? Insomma, se tutti pensano che siamo minacciati da pericoli ovunque, diventa accettabile che si prendano misure per difendersi, no? Leggi che limitino o sospendano ogni diritto, ogni garanzia. Possibilità di intervenire direttamente senza problemi dove occorre. Per inciso, così si potrebbe anche andare a dare una sistemata in paesi in cui abbiamo interessi da tutelare o risorse da acchiapparci, basta dire che hanno armi di distruzione e che sono amiche dei terroristi, e nessuno avrà nulla da ridire. Tra l’altro, se facciamo pensare che ci siano terroristi ovunque, possiamo anche sbarazzarci senza troppe storie di chi ci creasse problemi di qualsiasi altro tipo, anche in casa nostra: basta dire che è un terrorista, ed è fatta.
Oppure, potremmo creare una tensione internazionale molto pesante, potremmo far litigare tra loro delle nazioni e minacciare guerre. No, forse minacciare così non basterebbe, forse servono piccoli conflitti reali ma controllabili, in cui la gente si spari per davvero, così ovviamente alleati dell’una e dell’altra parte possono intensificare le loro attività militari per prepararsi all’evenienza di una escalation. Questo tra l’altro potrebbe tornare utile per sistemare questioni altrettanto urgenti e importanti, come chi gestisce il mercato energetico, chi ha il controllo dei cieli in termini missilistici, chi sta nel nostro club e chi no, per dire. Poi insomma, le guerre sono utilissime per risollevare l’economia quando occorre.
Però anche una emergenza climatica, una minaccia di catastrofe incombente potrebbe funzionare. Dopotutto gli eserciti e le forze di polizia sono già percepite come coloro che intervengono per gestire queste situazioni. Se il rischio aumenta, deve ben aumentare anche l’apparato che deve gestirlo. Come si controlla il tempo? Come si controllano gli eventi meteorologici? Ah, c’è qui uno studio dell’Esercito che si chiama precisamente “controllo del tempo, il nuovo strumento di guerra globale”, diamoci un’occhiata.
Ma diamine, come ha fatto a non venirmi in mente subito? Una bella epidemia. Anzi, pandemia. Con una pandemia non si scherza: servono controlli capillari, sospensione di ogni diritto, ingenti forze di controllo ovunque, limitazioni di spostamenti, di assembramento, e a fronte di un rischio così grave, chi si lamenta diventa impopolare subito, anzi, un untore. Dov’è che abbiamo qualche possibile focolaio pandemico? Qualcosa che spaventi però, qualcosa di tremendo, che colpisca l’immaginazione delle masse al punto da fare loro accettare qualsiasi cosa senza discutere. Facciamo così: iniziamo a parlarne in giro anni prima. Prepariamo il terreno. Le paure vanno instillate poco per volta per fare il botto al momento opportuno. E se proprio un virus da solo non ce la fa, diamogli una spintarella. Dopotutto, abbiamo ottimi laboratori no? Ma certo che prima sviluppiamo il vaccino. Che siamo, scemi del tutto? Quando poi la pandemia ha svolto il suo compito, e abbiamo attuato tutte le modifiche di emergenza che ci servivano, la debelliamo e siamo anche i salvatori del genere umano.
***
Massì, lo so: naturalmente, nessuno si è mai seduto ad un tavolo simile.
Diamine, solo immaginarlo è da paranoici, da complottisti all’ultimo stadio.
Dopotutto, le crisi economiche sono causate dal fato, dall’imponderabilità dei mercati. Certo, i mercati sono di fatto controllati da dieci immense Corporation e chi ne detiene il controllo certamente sarebbe seduto a quel tavolo, ma visto che il tavolo è immaginario, lasciamo stare. La gestione dei default degli Stati sono scelte improvvisate al momento, tutte causate dal malgoverno delle classi politiche locali, ladre e incompetenti. Certo, qualcuno ha finanziato le campagne elettorali di questa gente, e magari ha dato qualche suggerimento qui e là, ma cosa c’entra? Per dire, in Grecia un governo tecnico era proprio necessario, e urgente. Come in Ucraina era ovvio che ci sarebbe stata una piccola guerra civile. Il terrorismo, diamine, chi può mettere in dubbio che ci sia e che sia una minaccia tremenda? Han buttato giù le torri gemelle. Tre in effetti, di cui una è caduta probabilmente per simpatia con le altre visto che nessun aereo la ha colpita, ma questi son dettagli tecnici, non perdiamoci in dietrologie inutili: l’ISIS c’è ed è una minaccia tremenda. Ok, certo, lo ha creato e finanziato la CIA, insieme alla NATO, cioè noi, ma anche far notare questo è qualunquismo, anzi, come ha detto il Primo Ministro Cameron all’ONU è fare il gioco dei terroristi e chi lo fa è un terrorista come loro.
Va bene, la FEMA degli Stati Uniti è stata dotata di poteri immensi in caso di “evento catastrofico” proprio con sostanziali modifiche alle leggi di Emergenza Nazionale fatte dagli ultimi tre Presidenti, Obama ne ha fatte cinque di fila di queste modifiche, che includono la totale sospensione dei diritti costituzionali, degli spostamenti, la fornitura di mezzi militari. È vero che la FEMA ha costruito campi di detenzione in giro per gli States, e che nessuno ha saputo spiegare a che cazzo servano, come anche i milioni di casse da cremazione per cadaveri che hanno ordinato, assieme agli armamenti da guerra. Ma insomma, magari prevedevano una pandemia da prima che arrivasse Ebola, la SARS, la peste suina… tutti virus che sono stati studiati per bene dagli esperti. Li hanno anche replicati, a volte, modificati persino. Immagino per esigenze di studio, accademiche. Insomma, magari son solo previdenti no? E anche noi in Europa, mi pare ovvio che avessimo un grande bisogno di una forza di polizia militare con compiti di polizia e ordine pubblico. Era certamente un investimento necessario, sia mai che in Francia o in Spagna, Italia, magari in Grecia, diventi necessario controllare folle inferocite che il governo locale non riesce a gestire con la sua polizia.
E poi, che diamine: se un tavolo del genere fosse mai esistito, se un piano del genere fosse stato discusso, vuoi che i media non avrebbero subito gridato l’allarme a tutto il mondo? Certo, se fosse esistito, chi sarebbe seduto lì sarebbe anche proprietario dei cartelli dei media, delle televisioni, dei giornali, delle case di produzione [infoG1 e infoG2]. Ma insomma, mica vorremo pensare male no? Potranno mica mentire a tutti, ovunque, così spudoratamente?
Bisogna aver fiducia nel genere umano, dopotutto. Tavoli come questo, possono immaginarli solo dei pazzi.
Però, così per gioco, secondo voi a questo tavolo immaginario avrebbero anche discusso del seguito? Intendo, del come organizzarsi al di là della fase di controllo militare.
Voi che cosa avreste detto, a quel tavolo immaginario?
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Articolo originale pubblicato su Facebook il 20 ottobre 2014
Qualcosina che magari vorrete approfondire
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Polizia universitaria in USA si militarizza
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Articolo originale pubblicato su Facebook il 20 ottobre 2014:
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