Il Blog di Stefano Re

Tempo di crescere

Questo millennio sembra evidenziare una curiosa inversione dei ruoli sessuali, dei loro riferimenti filosofici e delle loro ricadute politiche.

Già nel 2002, nel libro FemDom, preludio all’estinzione del maschio, identificavo le priorità dell’area politica definita “sinistra” con un orientamento alla soddisfazione dei bisogni: tutela delle minoranze, difesa dei deboli, ascolto e sussistenza. Politicamente, è l’incarnazione dello stato sociale, il potenziamento del welfare, il sistema dei servizi al cittadino, lo sforzo di correre in aiuto e soddisfare le esigenze della popolazione. Tutto perfettamente riassunto nelle priorità del Drive Femminile. Simbolicamente, è la figura della madre, che ascolta e si prende cura dei figli, specialmente di chi ne ha più bisogno.

Definivo la destra, di converso, con priorità orientate al premio del merito e del valore. Celebrazione della forza, dei comportamenti eroici, esaltazione dell’esempio, punizione del deviante, del reo, del disfattista, del non allineato. Politicamente è l’incarnazione dello stato autoritario: priorità alla sicurezza, struttura gerarchica, con sopra i più degni e sotto i meno degni, meritocrazia, obblighi e sanzioni, punizioni esemplari per chiunque violi le regole. Tutto perfettamente riassunto nel Drive Maschile. Simbolicamente, è la figura del padre che premia il figlio che ottiene più risultati, dimostra più coraggio, lavora con più impegno, esibisce più talento.

Nel mio libro indicavo i due paradigmi con l’esempio dei figli e della bicicletta. Una coppia ha due figli, uno che ha sempre molti problemi, difficoltà enormi, non riesce a ottenere risultati, l’altro dotato di grande talento, ha grande successo, ottiene risultati superlativi. La coppia ha risorse bastanti solo per regalare una sola biciletta ad uno solo dei due figli. La scelta della madre è orientata al figlio con più difficoltà: per aiutarlo, consolarlo e ridargli fiducia in se stesso, permettendogli di migliorare. La scelta del padre è invece orientata al merito, al figlio che ha ottenuto risultati, per premiare il suo merito e il suo valore, perché se lo è meritato.

A cavallo tra la fine dello scorso millennio e l’avvio di questo, si è fatta strada in modo assai rumoroso una sempre più decisa e capillare messa in discussione delle identità sessuali, del concetto stesso di maschile e femminile. In questo contesto è emersa, nei comportamenti individuali ed a livello sociale, una sorta di inversione delle priorità. Femmine che assumevano modelli tipicamente maschili: orientati al merito, all’obbligo, alla sanzione, alla visibilità sociale. Caratterizzate da rigidità affettiva. La “Donna Manager”. E maschi che assumevano modelli tipicamente femminili: orientati all’assistenza, alla risposta alle esigenze, alla cura del nucleo familiare. Caratterizzati da espressioni emotive intense. Il “Mammo”.

Questa inversione si è poi velocemente manifestata anche nelle corrispondenti aree di riferimento politico e filosofico. I partiti e movimenti di sinistra, da sempre orientati alla risposta ai bisogni e alla richiesta di diritti, oggi impongono limiti o cancellano diritti. Il “diritto di cura” diventa “obbligo di cura”, il “diritto di parola” diventa “divieto di usare parole”. E sono proprio partiti e movimenti storicamente di sinistra a promuovere la guerra come metodo di risoluzione dei contrasti internazionali.

Sul versante opposto, quell’area di destra da sempre centrata sul valore e sul merito, sostenitrice della gerarchia come metodo e di ordine e sicurezza come finalità, vede al suo interno crescere orientamenti totalmente opposti. Tendenze all’anarchismo, alla ribellione al sistema, alla rivendicazione dei diritti e della scelta individuale. Politicamente si concentra nella difesa del diritto di possedere armi, nel rifiuto delle imposizioni di Stato, nella spinta all’individualismo tanto sociale quanto economico, nella richiesta insistente di meno stato, meno controlli, meno sanzioni, meno obblighi – insomma meno padroni, privati o pubblici che siano.

La madre è diventata matrigna, il padre è morto.
Resta da scoprire cosa faranno i figli.

La mia speranza? Che diventino adulti, e smettano di aver bisogno di genitori immaginari da cui dipendere. È tempo che cresciamo, tutti quanti.

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