La Questione Vaccinale in 10 domande
Categoria: Articolo
26 Settembre 2018
I vaccini sono dei prodotti farmaceutici. Come gli antibiotici, o gli antinfiammatori, o i disinfettanti. Non ha molto senso essere “a favore” o “contrario”, a meno che si posseggano informazioni tali da far considerare quella intera classe di medicinali inevitabilmente dannosa. Ma persino se si parlasse di una sostanza nociva e pericolosa, che senso ha “essere contrario”? Si può “essere contrari al cianuro”? Come ogni altro medicinale, come ogni altra sostanza, i vaccini possono essere utili o necessari in date condizioni, su dati pazienti. Inutili e pericolosi su altri pazienti in altre condizioni. Non servono lauree in medicina per capirlo, basta un minimo di buonsenso.
Ma figurarsi. La scienza è un approccio razionale ed empirico basato sul dubbio e sulla sperimentazione che mira a capire i fenomeni e il loro funzionamento. È grazie alla scienza se possediamo conoscenze e tecnologie di ogni genere, che ci aiutano a vivere meglio in mille modi diversi, da come conservare il cibo in modo sano a come riscaldarci o come spostarci più velocemente o come scambiarci informazioni da un capo all’altro del pianeta. Sono contrario a LaScienzah, quel fanatismo religioso neo-medioevale che sfrutta qualche slogan o enunciato dal vago sapore “scientifico”, un culto triste e grottesco basato sulla fede cieca e sull’odio per l’eresia, a cui un mucchio di babbei aderiscono accettando qualsiasi illogicità in cerca di consolazione esistenziale, e anche perché li fa sentire tanto furbi.
Non li amo, ma li uso ogni volta che mi sembra necessario. Se ho una febbre molto alta, prendo la tachipirina. Se ho mal di testa forte, prendo un antidolorifico.
Dipende dal medico, dipende dal parere, dipende dalla malattia. Il medico è un consulente, non un decisore. In un mondo razionale, tu vai dal medico, gli descrivi i sintomi che hai. Lui ti visita e se necessario ti fa fare alcuni esami, e poi ti offre la sua opinione su che cosa tu abbia e come vada trattato. Ma sei tu a decidere se seguire la sua opinione o meno. Potresti voler sentire altri pareri, ad esempio. Ma anche decidere di non fare una terapia perché, semplicemente, ne ritieni inaccettabili le conseguenze o i rischi. La salute è tua, non del medico: lui non decide proprio niente, lui consiglia, e basta. Sei tu a decidere. Nella follia scientista, il medico diventa una specie di oracolo che conosce i misteri della Sacra Medicina, cui tu dovresti, in virtù della sua titolarità, obbedire, subendo qualsiasi terapia ti venga assegnata così, per fede cieca. È evidente che questo approccio non ha niente di razionale, risponde invece a profondo bisogno di venire rassicurati, di sentirsi protetti, di placare il terrore esistenziale che deriva dall’ancestrale terrore del morbo, della malattia, della morte. Ma stiamo parlando di fede religiosa, la scienza e la medicina non c’entrano più niente.
Anzitutto, io non parlo di vaccini. Parlo di leggi vaccinali, parlo di diritti, parlo di conflitti di interesse, parlo di trasparenza, parlo di corruzione, di falsificazione e occultamento di studi scientifici, condanne giudiziali, parlo di approccio alla scienza e alla medicina, parlo del rapporto medico/paziente, Stato/cittadino, Comunità Scientifica/Mondo della Politica. Le poche volte in cui mi sporgo nel mondo della scienza, lo faccio sempre con molta cautela, perché appunto non ho competenze adeguate a definire e sostenere una opinione tutta mia. E lo faccio citando elementi precisi, come i dati statistici, o come i dati degli enti ufficiali di salute pubblica nazionali o internazionali. In alcuni casi cito degli studi scientifici, che però non sta a me poi difendere, semmai ai rispettivi autori. Io li cito come elementi di riflessione, non certo fonti di “verità”
Quando i pediatri prendono 15 euro per ogni vaccino che inoculano e fino a 3mila euro di bonus, sarà complottista fare il calcolo di quanti soldi prendono se vaccinano tutti i loro pazienti o sarà un po’ ingenuo pensare che il loro parere sia disinteressato? Quando la GSK investe 14 milioni di euro ogni anno in Italia spargendoli a pioggia su Università, Ospedali, Laboratori, Riviste Scientifiche, Associazioni di medici, pediatri, operatori sanitari; se finanzia fondazioni e fondi comuni e conferenze e ogni altro genere di attività medica o scientifica, è complottista pensare che sta tenendo al guinzaglio l’intera comunità scientifica? Se parte di questi soldi finiscono direttamente ad enti come l’Istituto Superiore di Sanità e l’AIFA, che dovrebbero valutare, certificare e controllare proprio il medicinali che la GSK vende ai cittadini e allo Stato italiano, davvero è complottista restare un po’ perplessi?
In Italia ci sono 350mila specialisti in medicina, nemmeno sto a contare i professori. Francamente, per fidarmi penso di poter trovare un altro virologo o professore che non sia così arrogante e povero di argomenti da dover insultare costantemente i suoi interlocutori.
Io non chiedo a nessuno di fidarsi di me. Non pontifico a nessuno cosa fare e non sostengo alcun obbligo o alcun divieto. Sostengo la libertà di scelta, sostengo il diritto di poter pensare con la propria testa, di poter decidere di chi fidarsi per un parere medico e di poter scegliere come curare se stessi e i propri figli, consapevolmente e responsabilmente.
Anzitutto, perché legalmente non ha alcun senso. Infrange un diritto fondamentale, quello dell’inviolabilità del proprio corpo, una tutela che la Costituzione prevede possa venire derogata solo in casi del tutto eccezionali – non certo come terapia di massa prolungata nel tempo in assenza di emergenze. E lo infrange senza alcuna giustificazione razionale e legale: la motivazione dell’obbligo è che i bambini non vaccinati “potrebbero ammalarsi”. Ebbene: tutti, possiamo ammalarci. Nessuno escluso: tutti. Non si può violare un diritto presente oggi per una ipotetica e per nulla certa “minaccia” futura, che oltretutto non è neppure specifica di chi non si vaccina ma cui partecipiamo tutti quanti indistintamente. Se dei bambini sani devono venire esclusi dagli asili perché “potrebbero ammalarsi”, allora dovremmo secondo logica chiudere ogni scuola, ogni fabbrica, ogni mensa, ogni negozio, ogni piazza, insomma ogni luogo in cui possano trovarsi più di due persone insieme, perché TUTTI possiamo ammalarci.
Perché ogni malattia contagiosa ha una propria diversa soglia di immunità di gregge, mentre i media insistono a sbandierare un unico 95% come fosse una specie di scudo magico. Perché diverse di queste soglie le abbiamo ampiamente superate fin da prima dell’obbligo, e nessuno ha pensato di dircelo. Perché anche vaccinando il 100% dei bambini sotto i 16 anni, in Italia, avremmo vaccinato meno del 15% della popolazione complessiva. Perché di dieci vaccini obbligatori solo quattro fermano dei contagi, tutti gli altri non fermano alcun contagio, per cui non producono alcun effetto gregge. Perché la teoria dell’Immunità di Gregge è appunto solo una teoria, è basata su casi di immunità naturale a vita (ben diversa dalla parziale protezione vaccinale che svanisce nel tempo) e viene costantemente rivista perché alla prova empirica non funziona mai come previsto. Infine, perché non mi sento per niente inclinato a far parte di un gregge: le greggi finiscono al mattatoio.
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Pezzo originale postato su Facebook in data 26 settembre 2018:
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Destra e sinistra politiche, orientamento maschile e femminile, paradigma materno o paterno, inversione dei ruoli: fenomeni collegati ad un mutamento sociale, psicologico, collettivo e individuale che non va preso sottogamba.
L’Immunità di Gregge o Herd Immunity, caposaldo e principale motivazione delle politiche di obbligo vaccinale ormai da diversi anni, è una teoria mai dimostrata, che non ha mai funzionato nonostante i numerosi tentativi di applicazione.
Chi ha resistito alle prevaricazioni assurde imposte dai governi in questi anni, oggi può coltivare il potere accumulato. Definendo se stesso. Ricordando a se stesso che è quello che decide di essere, e che nessun altro può deciderlo.