È tempo di combattere
Categoria: Articolo
4 Maggio 2020
Salve Sara,
spero che oramai il messaggio ti sia già arrivato: io lo sto ripetendo e diffondendo da molte ore: credo occorra urgentemente porre una interrogazione parlamentare al Governo sull’utilizzo del TSO contro la dissidenza politica.
Ci sono due casi, entrambi dei giorni scorsi, documentati tramite video, in cui la condizione di emergenza è stata palesemente usata per minacciare / colpire l’espressione di dissenso ideologico.
La prima occorrenza vede protagonista un cittadino di Agrigento cui viene imposta sedazione da un medico contro la sua volontà, mentre i Carabinieri lo tengono fermo con la forza, sdraiato per terra, in mezzo alla strada. È successo sabato 2 maggio.
Il video:
Oltre ai rischi per la sua stessa salute di una simile operazione, oltre alla violazione della sua dignità in totale spregio delle garanzie costituzionali, questo gesto viola ogni requisito necessario all’applicazione di un TSO: non c’è alcuna ragione preminente di salute, non c’era alcun rischio per l’incolumità sua o altrui, le immagini mostrano anche chiaramente che non ha opposto alcuna resistenza. L’unico reato eventualmente contestabile era disturbo della quiete pubblica, che non prevede certamente l’imposizione di trattamenti sanitari forzati. Siamo di fronte ad un puro e semplice abuso sanitario-poliziesco, usato come arma per colpire l’espressione di dissidenza ideologica.
Un altro video mostra la stessa persona poco prima del suo arresto: egli parla con coerenza e lucidità ed espone in modo chiaro e logico le proprie motivazioni. Non vi era dunque traccia di instabilità psichica nel suo comportamento. Inoltre è evidente che era solo all’interno della propria vettura, e non stava minacciando in alcun modo l’incolumità sua o altri, né stava infrangendo alcuna legge o regolamento, incluse le peraltro anticostituzionali norme vigenti.
Il video pochi minuti prima dell’arresto:
La seconda grave occorrenza è avvenuta in occasione del “Drive In per il lavoro e la libertà”, una manifestazione pubblica organizzata e tenuta venerdì primo Maggio dal sindaco di Santa Lucia di Piave, il dottor Riccardo Szumski. Costui ha tenuto un discorso, sia medico che politico, ai suoi cittadini, nel completo rispetto delle precauzioni richieste dalla “legge” – o perlomeno da quelle regole che ci stanno spacciando per leggi. Nonostante ciò, il Sindaco risulta da fonti di stampa indagato dalla Digos. Indagato per cosa, per aver espresso pubblicamente una posizione politica ai suoi concittadini? È forse diventato un reato esprimere una legittima opinione politica?
Il video: http://www.trevisotoday.it/attualita/santa-lucia-szumski-primo-maggio-1-maggio-2020.html
Risulta che la polizia sia intervenuta annotando le targhe dei veicoli presenti. Si possono schedare i cittadini per la loro partecipazione ad un comizio politico ora?
Appare evidente lo scopo intimidatorio di queste manovre. Far passare il messaggio che chiunque si azzardi nemmeno ad infrangere ma anche solo a contestare le continue violazioni dei diritti costituzionali verrà colpito, punito, vedrà violata tanto la sua dignità quanto la sua libertà personale, e persino il suo stesso corpo. Con questo uso della repressione medico-poliziesca si sta passando il punto di non ritorno. Dobbiamo tracciare una linea di resistenza assoluta, ad oltranza, per impedirlo.
Sara, credo tu sia l’unica persona rimasta in Parlamento in questi giorni bui che non abbia piegato la testa e accettato il collare e il bavaglio. Il tuo intervento del 25 aprile ha segnato per molti cittadini la nascita di una speranza, l’idea che ci sia ancora almeno una voce a rappresentare la popolazione italiana, imprigionata, ferita, spogliata di ogni libertà e possibilità di esprimersi. Sei forse l’unica voce rimasta a rappresentare l’Italia libera nel luogo più alto delle istituzioni.
Io spero che tu possa e voglia aderire questo mio pubblico invito, e tracciare in modo netto ed inequivocabile una linea da cui non possiamo né dobbiamo transigere: le misure di emergenza in atto non possono e non devono mai più venire usate come armi per reprimere il dissenso ideologico. Nessun tipo di emergenza può consentire una simile atrocità, che ricorda fin troppo bene costumi che pensavamo ormai un retaggio storico delle dittature europee del secolo passato, o di finte repubbliche in pugno a giunte militari, in alcuni paesi dell’America Latina.
Per questo ti invito con tutto il cuore a prendere in mano e portare avanti una battaglia parlamentare senza quartiere per denunciare e condannare in seno alle istituzioni questa spaventosa deriva in atto. A pretendere a nome mio e di tutti i cittadini liberi che il governo e i Ministeri responsabili rispondano di questi atti e li rinneghino per la barbarie che rappresentano, o altrimenti li sostengano apertamente, dichiarino il tramonto della Repubblica Italiana e della sua Costituzione, e vadano incontro alle conseguenze che ciò comporterà per questo paese e per loro stessi.
Ma non basta invitare Sara a farsi avanti come portavoce delle nostre libertà. Se lei vorrà assumersi questo pesantissimo compito, questa enorme responsabilità, non possiamo e non dobbiamo lasciarla da sola.
Per questo chiedo qui pubblicamente ad ogni singolo individuo, partito politico, associazione di qualsiasi natura, gruppo, impresa e altra rappresentanza della società civile culturale e politica del paese che riconosca la gravità degli atti sopra citati, di aderire e sottoscrivere la mia richiesta e al mio invito, e di impegnarsi a sostenere questa battaglia dichiarandolo pubblicamente.
Ricopiatela o condividetela se volete, sui social network o sulla carta stampata, ma sopratutto dichiarate il vostro sostegno a questa iniziativa, a questa lotta di civiltà. Fatelo come volete: tramite video, annunci, pubblicazioni, disegni, dipinti o brani musicali, ma fatelo. Dichiaratevi, dichiarate il vostro fermo e totale rifiuto di questi metodi, di questi abusi, di questa folle discesa in uno Stato di Polizia basato sulla paura.
È terminato il tempo in cui era ragionevole e possibile aspettare e sperare in bene, fidarsi degli esperti, chiunque fossero, da chiunque fossero nominati, e lasciare che altri combattessero le battaglie per la libertà di tutti. Oggi sul ceppo c’è la testa stessa della libertà: il diritto di parola, il diritto di libera espressione del proprio pensiero, il diritto al dissenso politico. Se cala la scure anche su questo, l’unica strada che resterà per difendersi sarà la sollevazione popolare, e la storia ci insegna il costo che possiamo attenderci nell’intraprendere questa strada.
Facciamo sentire la vostra voce, uniti in un unico grido di libertà: oggi, ora, qui. È arrivato, per tutti noi, il momento di combattere.
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Per chi non lo avesse ancora visto, lo storico intervento tenuto il 24 Aprile 2020 da Sara Cunial in Parlamento:
Parla il fratello del cittadino di Agrigento arrestato e sottoposto a TSO:
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