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Debellare la Libertà

Categoria:  Articolo

8 Maggio 2020

Un cittadino esprime il suo dissenso, in modo non violento, coerente, senza creare danni a nulla e nessuno. Viene fermato, sedato a forza, rinchiuso in un ospedale psichiatrico e legato al letto quando cerca di liberarsi del catetere che gli infilano nell’uretra e degli aghi che gli infilano nelle vene. Viene sedato e imbottito di psicofarmaci. Resta in questo stato per almeno cinque giorni, mentre ai suoi familiari e al suo avvocato viene vietato non solo di vederlo ma persino di parlargli.

Non è un ebreo nella Germania Nazista del ’33 né un “nero”, anche se non lo chiamavano così, nel Mississippi rurale del ’51.  È un italiano di Agrigento, il cui crimine è stato quello di armarsi di megafono e invitare i suoi concittadini a svegliarsi dal torpore terrorizzante di una finta pandemia.

Questo avviene nell’Italia in emergenza da pandemia del 2020. Un paese in cui regna ormai la dittatura de LaScienzah, uno Stato di Polizia Sanitaria in cui il TSO viene usato come arma contro chiunque avanzi critiche.

A questo link potete vedere le scene del suo arresto e del TSO assurdo cui viene sottoposto in mezzo a una strada:

Ho già fatto un appello, prontamente raccolto, alla deputato Sara Cunial perché facesse una interrogazione parlamentare sulla vicenda, denunciando l’uso di TSO come arma contro il dissenso politico.

L’appello lo trovate qui:

Il caso era poi stato trattato anche da Border Nights Radio, che mi ha ospitato nella sua trasmissione martedì 5 maggio insieme all’avvocato Lillo Massimiliano Musso, fratello della persona arrestata e sottoposta a TSO ad Agrigento il 2 maggio. Il podcast della puntata lo potete ascoltare qui:

su Youtube:

(i miei interventi dal minuto 27.12 e dal minuto 59,26)

Nel video qui sotto invece potete ascoltare le telefonate fatte, giorno dopo giorno, dal fratello (e avvocato) della vittima di questo allucinante abuso. Se ne avete lo stomaco, sentite da soli come rispondano Carabinieri, Polizia di Stato e responsabili medici alle più elementari richieste di legalità – e di umanità. E poi ditemi se viviamo ancora in uno Stato di Diritto.

Mentre aspettiamo le risposte dei Ministeri interpellati dalla interrogazione parlamentare della Deputata Sara Cunial, voglio offrire un consiglio spassionato quanto amichevole a tutte le autorità coinvolte: sanitarie, di polizia, giuridiche, politiche, di qualsiasi altra natura: liberate Dario Musso ora.

Stefano Re
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