Il Blog di Stefano Re

Covidiozia

Covidiozia

Covidiozia |co-vì-dio-zia|

sost. fem. pronuncia: /kɔvidjotˈtsia/

Vocabolo entrato in uso nel corso del 2020 per descrivere la diffusione, in ampi strati della popolazione mondiale, di condotte e convinzioni fobiche, grottesche ed illogiche, spesso inutili e talvolta dannose (es: indossare costantemente guanti di lattice o mascherine di stoffa per proteggersi da contagi inesistenti, persino in intimità o facendo il bagno), giunte a estremi di fanatismo tali da creare pericolo per gli altri e per sé stessi.

Come appurato nel Secondo Processo di Norimberga, si trattò di un fenomeno fobico psicosociale criminalmente indotto su larga scala da gruppi di potere del settore farmaceutico, tramite diffusione di notizie e messaggi menzogneri, disorientanti e spaventosi, realizzato con l’attiva collaborazione di esponenti dei media a maggior diffusione, con la collaborazione comperata o imposta di molti esponenti politici e notabilmente con la colpevole e vergognosa cooperazione di esponenti della stessa comunità scientifica.

Il fenomeno giunse al suo apogeo fino a spingere parte della popolazione mondiale all’accettazione entusiasta di restrizioni e violazioni dei propri diritti fondamentali, dal diritto di libero spostamento alla libertà di parola, nella grottesca convinzione che tali sacrifici servissero a fornire una qualche protezione dal temuto contagio.

Voci correlate: Covidiota; Secondo Processo di Norimberga; Dittatura Sanitaria


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