Il Blog di Stefano Re

Nemico senza patria

Il nemico senza patria

Leggo o sento spesso dire, nel mondo di chi non crede più al telegiornale, che il nostro nemico sono gli USA.

Non sono d’accordo. Il nostro nemico non sono le persone nate negli Stati Uniti, così come il nemico di chi è nato in Palestina non è chi è nato in Israele. Così come il nemico di chi è nato in Russia non è chi è nato in Ucraina.

chi è il nemico

Il nostro nemico è l’élite finanziaria senza patria che opera attraverso organi come il WEF o gruppi come Vanguard, BlackRock, State Street. Un cancro che ha infiltrato profondamente organi sovranazionali come OMS, la Banca Mondiale, la NATO o l’ONU fino a renderli suoi strumenti di dominio. Il nemico è una piovra composta di poche migliaia di persone che non si credono più esseri umani ma di una specie superiore, e centinaia di migliaia di servi che a questa élite hanno venduto l’anima e il culo, formando ingranaggi marcescenti che hanno infiltrato e occupato in varia misura e grado ogni snodo nei sistemi dell’informazione di massa, delle strutture politiche e istituzionali, della sanità, della magistratura, degli apparati militari e delle forze di polizia.

È un nemico insidioso, ormai quasi indistinguibile dalle strutture che ha infettato. Per questo sono giunto a ritenere necessario che queste stesse strutture, nessuna esclusa, debbano venire abbandonate, svuotate di potere e significato e sostituite con altre, nuove e differenti, nella civiltà che dobbiamo creare.

divide et impera

Ma identificare il nemico in altre popolazioni, raccolte e rappresentate sotto bandiere sventolate proprio per indirizzare l’odio, questo sarebbe un errore imperdonabile da parte nostra. Per secoli questo cancro nel potere ha usato le bandiere per seminare odio tra popolazioni diverse, sfruttandole come schiavi, come batterie, come animali da soma, o per sterminarsi l’una contro l’altra, in favore di agende decise a porte chiuse. Le guerre mondiali sono le prove più evidenti di tutto questo: decise a tavolino da gruppi di potere rimasti nell’ombra, scatenato con eventi simulati, creati apposta. Combattute sulla pelle, con la pelle delle popolazioni che ne erano, fin dal principio vittime designate, e concluse con accordi “di pace” che ridisegnavano territori, poteri e influenze così come fin dall’inizio di quelle guerre si era deciso di voler ridisegnare il mondo.

È tempo di uscire da questa trappola e guardare in faccia il nostro nemico. È tempo di identificarlo per quel che è davvero e smettere di cadere nei suoi trucchi. Non molto ancora deve passare perché sia il momento infine di andarlo a scovare, trascinare fuori dai suoi rifugi dorati e rendere giustizia all’umanità.

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