Climate Change: cosa fare?

Chi cambia questo Clima?

Categoria:  Articolo

14 Dicembre 2019

Leggo che la rivista Time celebra Greta come persona dell’anno. In sostanza, la celebrano per aver saputo fornire a milioni di persone preoccupate della situazione ambientale, ma senza desiderio di rinunciare ad alcuna propria comodità, l’impressione di stare facendo qualcosa mentre non stanno facendo né cambiando assolutamente niente. Per questo meriterebbe un apposito nobel.

Se vogliamo parlare seriamente di mutamenti climatici, di quanto stiamo danneggiando il nostro ecosistema e di cosa si possa fare, occorre anzitutto occuparsi di due punti critici, due prerequisiti necessari per avviare qualsiasi tipo di cambiamento.

_chi Comanda

Il primo è che oggi praticamente ogni cosa è decisa dalle multinazionali. Possiamo anche raccontarci che ci sono organi internazionali, tribunali, organi di controllo, comitati etici con belle linee guida, governi e parlamenti, ma sono storielle e chiunque abbia lo stomaco di controllare di persona nel dettaglio non può che confermarlo. Io lo ho fatto e ti assicuro che quel che ho scoperto non era quel che desideravo scoprire. Tutto quel che ho elencato sopra, a partire dalla fantasmagorica “comunità scientifica”, è al guinzaglio di grandi aziende che finanziano, dunque controllano, tutto quel che ritengono importante controllare. E le grandi aziende rispondono soltanto ad una direttiva: produrre più fatturato. A cosa sono pronte ad arrivare per questo lo abbiamo visto ormai mille volte: pressioni, falsificazioni, corruzione, ricatti, crimini contro l’umanità come l’interramento di scorie radioattive in aree agricole, per giungere fino a provocare / commissionare veri e propri genocidi. Solo un completo imbecille può davvero credere che tutti questi siano “singoli casi” per colpa di “qualche mela marcia”: è proprio la regola, è come funziona questo sistema.
Finché questo punto non verrà modificato, c’è ben poco da tentare di fare. Decidono loro, punto.

_quanto ci Costa

Il secondo elemento fondamentale, quando si riuscisse in qualche modo a mettere in crisi il sistema di potere appena descritto, è che il sistema di vita dentro cui viviamo noi “nazioni avanzate” non è semplicemente sostenibile. Quindi servirebbero politici e giornalisti coraggiosi che spieghino alle popolazioni che, semplicemente, così non possiamo andare avanti. Che dobbiamo invece ridurre i consumi, il che significa basta coi condizionatori accesi tutta l’estate e il riscaldamento a palla tutto l’inverno, basta con le TV al plasma a tutta parete, basta con gli elettrodomestici costantemente in funzione, basta far scorrere l’acqua come fosse infinita, basta produrre e vendere e consumare e gettare a ritmo continuo. E questo, oltre ad essere semplicemente reso impossibile dal sistema di potere che ho descritto sopra, è comunque un rospo davvero difficile da ingoiare per una popolazione.

Per capirci: se un politico fa campagna elettorale annunciandoti che devi rinunciare a quasi tutte le abitudini e le comodità in cui vivi ora e il suo competitor invece la fa affermando che sono “tutte balle allarmiste e complottiste” e che la scienza (più correttamente “LaScienzah”) risolverà tutto e che ti basta vaccinare tuo figlio contro il morbillo e tu e lui e l’intera umanità sarete al sicuro da ogni male, quale dei due credi che prenderà più voti?

Gli esseri umani desiderano rassicurazioni e promesse, non rinunce e preoccupazioni. Che le preoccupazioni siano reali o immaginarie, fino al giorno in cui ti colpiscono direttamente, percettivamente non cambia nulla. Per questo i politici non possono fare nulla nemmeno volendo; chi ci prova, viene scartato. Per questo i giornalisti si limitano a strillare a vanvera: la paura vende bene, l’impegno no. Per questo a tutti, ma proprio tutti, fa un gran piacere che ci sia una bimba assai telegenica con le trecce bionde a ripetere che bisogna “salvare il pianeta”, portando in piazza migliaia di persone, specialmente giovanissimi, fornendo loro l’illusione di stare facendo qualcosa mentre non si sta facendo assolutamente niente.

Stefano Re
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